Dalle svenevoli
bellezze di fine secolo alle top model degli anni Novanta, i
pubblicitari hanno spesso fatto proprio il binomio birra e
donna. Un modo per dire, attraverso il messaggio della
seduzione, tante birre, tanti modi e tante mode per bere questa
nostra millenaria bevanda.
L'immagine della birra si può dire che sia tradizionalmente
legata a quella femminile e nel corso degli anni questa
associazione si è via via modificata in base alla cultura del
momento, alla diversa situazione sociale, alle esigenze del
mercato, alle tendenze in atto.
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E se ci si
chiede il perchè di questo intrigante abbianmento la risposta
più immediata, e forse la più banale, riporta all'associazione
del colore: bionda o bruna la birra, bionda o bruna la donna. Ma
sicuramente un'analisi più approfondita dei meccanismi che nel
passato hanno regolato la comunicazione in questo senso, nei
vari periodi, può dare risposte più complesse e interessanti.
Nell'inconscio collettivo la donna è sempre stata oggetto di
desiderio, di piacere, gratificazione sensuale ed estetica, una
simbologia facilmente trasferibile alla birra. Da oggetto
passivo, poi è passata a essere soggetto attivo e quindi
socialmente influente sulle mode, sui consumi, sugli acquisti e
così via. |
Insomma per le più
svariate ragioni la figura femminile è stata, ed è,
abbondantemente usata in tale contesto.
E così dalla donna delicata e svenevole di inizio secolo, si è
passati a quella più efficiente degli anni Cinquanta; da quella
più avvenente e seducente degli anni successivi si è passati a
una sorta di silenzio stampa negli anni del femminismo, quando
agguerrite militanti, contestando il concetto di donna oggetto,
imbrattavano o strappavano i cartelloni pubblicitari,
inneggiando "Il corpo è mio e lo gestisco io"; fino ai giorni
nostri con top model e piu up che propongono l'oggetto del
desiderio, la birra, a colpi di seduzione.
Un pò in
tutto il mondo, verso la fine del secolo scorso, si rafforzò i
processo di concentrazione degli stabilimenti produttivi che
rese la produzione della bira sempre meno legata ai consumi
locali e quindi soggetta a una distribuzione più allargata. Da
qui l'esigenza di fare conoscere il proprio prodotto a una
popolazione più ampia. Ed è sempre di quel periodo anche il
forte sviluppo del concetto di informazione più ampia. Ed è
sempre di quel periodo anche il forte sviluppo del concetto di
informazione-cominicazione che scatenò la creatività di molti
produttori nell'arte di convincere il prossimo con la
pubblicità. Reclame, veniva chiamata a quel tempo. E a chi si
doveva rivolgere? Naturalmente al fruitore per eccellenza:
l'uomo. Era l'uomo che frequentava le birrerie, che si scolava
boccali di birra in compagnia degli amici, che addiruttura aveva
il suo boccale chiuso a chiave nell'apposita celletta messagli a
disposizione dal locale. Era sempre per lui che la birra,
versata in boccali dotati di coperchio, veniva acquistata per il
consumo a casa. |
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E quindi se si doveva
arrivare a lui, se a lui si dovevano comunicare le magnificenza
del proprio prodotto o semplicemente sollecitarlo verso un
maggior consumo, si doveva fare leva sulle sue più intime
aspirazioni, sui suoi sogni più segreti... andava lavorato ai
fianchi, dove era più vulnerabile. L'oggetto del desiderio, a
quel tempo era sicuramente la donna, non certo quella di casa,
la moglie, che di appeal probabilmente ne aveva ma doveva
tenerlo ben nascosto essendo la sacra madre dei figli della
patria e soprattutto del padrone di casa, ma quella con un certo
fascino, elegante, magari un pò svestita, truccata e avvenente,
ma sempre con quel tanto di languido che intriga e soprattutto
del padrone di casa, ma quella con un certo fascino, elegante,
magari un pò svestita, truccata e avvenente, ma sempre con quel
tanto di languido che intriga e soprattutto irraggiungibile.
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Ed ecco
che compaiono così le prime reclame con illustrazioni di
svenevoli donzelle come per la birra Milano, o avvenenti
brunette che porgono traboccanti boccali di birra come nella
Birra Italia. Oppure distinte amazzoni nell'atto di brindare che
elevano il bicchiere a simbolo dell'eleganza, loro e del
prodotto che si accingono a bere, come nella Birra Pedavena. E,
più avanti nel tempo, leggiadre figure dal tratto Liberty che,
svenevoli, tengono in un precario equilibrio sul palmo della
mano la loro flute colma di birra, come nella pubblicità della
Birra Ambrosiana. e ancora, poppute matrone sullo sfondo di
Monaco, nella atto di servire cinque boccali contemporaneamente
come in quella della Birra Poretti. |
Che il legame tra birra
e donna sia qualcosa di molto più profondo di un semplice studio
pubblicitario e che molto probabilmente affondi le sue radici
nell'inconscio collettivo, è provato anche dal fatto che se ne
trovano tracce un pò in tutto il mondo e in tutti i periodi. La
graziosa olandesina appoggiata a due casse di Amstel, al cui
fianco campeggia la scrita "Forever Amstel", ne è un'esempio,
così come la giovanissima e imboccolata fanciulla mora (della
monacense Paulaner) che innalza un bicchiere di birra scura.
Fino ad arrivare alle reclame americane in cui l'immagine
femminile viene usata con una certa ingenuità come con la bionda
fanciulla della Stroh's Extra; oppure come interprete di
raffinatezza ed eleganza come con le gentildonne della Rieger &
Gretz e della Consumer Brewing di Philadelphia e ancora, in
situazioni per certi versi bucoliche come con la Pabst in cui
una giovane donna siede sotto un grande albero o addiritura
interpreti dello spirito patriottico come con la Rochester e la
Ringler & C. in cui appaiono eteree bellezze avvolte in drappi a
stelle e strisce.
In Italia si deve arrivare intorno agli anni Cinquanta, con le
prime campagne colletive, per trovare un'immagine femminile più
reale, meno idealizzata. La birra diventa e deve diventare
bevanda di tutti, uomini e donne. Lei è sempre bella, elegante e
raffinata, ma più vera, più legata al quotidiano mentre afferma
"Chi beve birra ha sempre vent'anni" oppure "Una bevanda che si
chiama refrigerio", o mentre qualcuno cita per lei "Bionda o
bruna, purchè sia birra" con in questo caso un preciso
riferimento al colore dei capelli e della birra.
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È degli
anni Settanta Ottanta il mito della bionda: con alcune
variazioni sul tema, è il motivo centrale delle campagne di
Birra Peroni iniziate con lo slogan "Chiamami Peroni sarò la tua
Birra" e la prima celebre bionda, Sovi Stubing. Da qui prese il
via un filone che passando per la versione anni Novanta "Una
bionda per la vita" con Filippa Lagerback continua ancora oggi
alle soglie del Duemila, con la bellissima Adriana Sklenarikova
che con intraprendenza stappa una bottiglia di birra sulla
fibbia dei pantaloni della sua guardia del corpo. Sono sexy,
procaci, trasgressive, volitive le donne che oggi interpretano
questo binomio e così Shana Zadeic, testimonial di Coors, beve
la sua birra dalla bottiglia afferrandola, provocatoriamente,
con tre dita, alla maniera americana. |
Poi vi è l'affascinante
centaura di Miller che posa a cavalcioni della sua moto in
succinti calzoncini di pelle nera.
Una immagine sfumata, che lascia solo immaginare una bellezza
bruna in sottoveste di pizzo nero irradiata dai raggi solari,
stringe la messicana Sol. Un provocante fondoschiena, in cui
nulla è lasciato all'immaginazione grazie a un succinto
perizoma, invita ad assaporare "Il gusto della birra" Caesarus.
Sempre in tema di fondoschiena, è la silhouette di un atletida
biondina in monokini giallo che propone la birra cruda di Dab.
E ancora, il messaggio della danese Giraf è invene nel corpo
sinuoso di una bionda vestita solo dalle macchie del mantello di
una giraffa.
Una
bellezza dalle fulve chiome e baciata da un caldo raggio di
sole, si disseta con un boccale di fresca Spaten; mentre "Il
vero gusto tirolese" della Adambrau si esprime al meglio con una
graziosa esploratrice, armata di cannocchiale, in un immenso
campo dorato. Appollaiata sul frigorifero, tormentata dall'amore
possessivo del suo compagno, una ragazza implora "Datemi una
Tuborg che comincio da capo". E una giovane e affascinante donna
dallo sguardo pensoso, ma al tempo stesso determinato suggerisce
una Ceres. Ma non ci si limita soltanto a trasmettere il
messaggio di prodotto in sè, anche l'aspetto tecnico della
mescita viene preso in considerazione e legato al binomio in
questione. Il concetto di birra alla spina viene espresso nella
campagna di Nuti: la scritta "Una spina nel cuore" sovrasta una
ragazza scarmigliata e incernierata in un giubbotto di pelle
nera nell'atto di gettare la bottiglia, presumibilmente, a
favore della spina. |
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Se l'associazione birra
e sex appeal sembra proprio funzionare, non sono da meno le
situazioni in cui lei non appare più sola ma è inserita in un
contesto, impegnata in attività di vario genere, o coinvolta in
situazioni particolari. Per certi versi è un modo per
rappresentare, attraverso i molteplici ruoli che oggi la donna
riveste nella società e la conquista della sua identità, il
percorso della birra attraverso i secoli e ciò che oggi è un
prodotto che invita alla socialità, amato da uomini e donne di
ogni età ed estrazione sociale, consumato e consumabile in ogni
occasione, un prodotto giovane con un grande passato e per
questo intrigante e affascinante. E così si passa dalla
seducente sirena delle passate campagne di Nastro Azzurro, alle
giovani e aitanti calciatrici, belle e vincenti, dell'ultimo
spot realizzato per questo prodotto. Oppure, dalla bionda
tatuata della birra Goudale, che dà filo da torcere a un macho
in canottiera in una sfida a braccio di ferro, al duetto
femminile firmato "C'e' feeling, c'è Heineken" della passata
campagna Heineken.
E infine non manca il tema della coppia, come nel romantico
bacio che Wernesgruner ha firmato "Momenti" oppure nelle "Scelte
di vita" di Kaiser Bier; e ancora come nel brindisi con le
eleganti bottiglie di Lowenbrau. Potrebbe sembrare, da quanto
detto finora, che i temi tradizionali siano stati completamente
abbandonati, niente affatto, basta guardare l'immagine di K.
Kiem. Una stampa d'altri tempi propone gli eterni simboli della
birra; addieme al rametto di luppolo e alla botte, due giovani
donne, una bionda e una bruna, riempono boccali di birra che,
guarda caso, ha lo stesso colore dei loro capelli. Mano a mano
che ci si addentra in questo mondo si scoprono aspetti
interessanti di questo tipo di comunicazione, che ha ancora
molto da dire e da dare e, sicuramente, ha in serbo per noi
altre avvincenti e innovative sorprese. Ma se per ora volessimo
dare una risposta al quesito iniziale, "perchè questo intrigante
abbinamento"? Ebbene, potremmo semplicemente dire: tante birre
tante donne, tanti modi e tante mode per bere questa nostra
millenaria bevanda che, esattamente come l'altra metà del cielo,
sa offrire momenti sinceri e veramente speciali.
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